Capacità di attenzione: il mito del pesce rosso

PXR Italy
4 min readApr 4, 2022

Citando il Vocabolario TreccaniLa parola attenzione, dal latino ad e tendere, “rivolgere l’animo a”, indica l’atto di rivolgere e applicare la mente a uno stimolo, cioè il processo che consente di indirizzare e concentrare l’attività psichica su un determinato oggetto, di ordine sia sensoriale, sia rappresentativo”. La capacità di attenzione di un pesce rosso è di 0,9 secondi. Esiste una leggenda, ormai virale in rete da anni, che sostiene che la concentrazione umana sia vertiginosamente in calo a causa di condizioni esterne — come internet e le nuove tecnologie — che non permettono al cervello di lavorare in maniera ottimale.

Da un lato, l’abilità umana di fare più cose simultaneamente è migliorata, ma la capacità di rimanere focalizzati su una singola cosa è in costante peggioramento. Secondo una ricerca condotta da Statistic Brain Research Institute nel 2000, la soglia di attenzione media toccava i 12 secondi, mentre ad oggi sembrerebbe calata a 8 secondi scarsi.

Vediamo insieme le motivazioni per le quali al giorno d’oggi siamo completamente inseriti in questo contesto.

Essere “multitasking” fa male?

Viviamo in un mondo che viaggia molto veloce: che sia il lavoro, vita o svaghi è tutto concentrato in tempi troppo ristretti. Per questa motivazione diverse persone hanno sviluppato una capacità di fare più cose allo stesso momento. Chiamiamo questa attitudine “multitasking”.

La sensazione di piacevolezza che prova il cervello nel momento del completamento di un’attività consiste in una scarica di dopamina: ne consegue l’esigenza di moltiplicare le mansioni per provare di nuovo (o con più frequenza) la stessa sensazione. Secondo la Dottoressa Paola Parisi (psicoterapeuta presso l’Istituto Clinico Humanitas) i rischi del portare all’esagerazione questa pratica sono di vario genere: inclinazione ad ansia e depressione e nel peggiore dei casi potrebbe verificarsi un calo del quoziente intellettivo pari a 15 punti.

La multinazionale Microsoft nel 2015 ha intervistato 2000 persone monitorando le loro attività celebrali tramite un elettro-encefalogramma; ne è emerso come l’attenzione sia calata negli ultimi anni a causa principalmente dell’uso degli smartphone. Ci troviamo nell’era dell’informazione, dove è sempre più difficile ottenere e controllare l’attenzione dell’utente.

Migliorare: si può!

Utilizzando dei semplici accorgimenti quotidiani è possibile ottimizzare la memoria e migliorare la nostra attenzione. Creare una routine abitudinaria e mantenere il cervello in salute significa gettare le basi per una funzionalità futura più efficiente.

Ecco i nostri consigli:

  • Cercare di imparare sempre cose nuove: sviluppando nuovi percorsi all’interno del nostro cervello è possibile tenere la mente allenata. L’interesse verso argomenti mai affrontati prima aiuta ad una focalizzazione più efficace;
  • Tenere mente e corpo allenati: attraverso esercizi fisici il nostro cervello riceverà più ossigeno e le nostre attività neurali miglioreranno. L’allenamento può ridurre complicazioni fisiche e stimolare il cervello senza impattare negativamente sulla memoria;
  • Ridurre al minimo le distrazioni: lavorare in ambienti rumorosi non permette al nostro cervello di abituarsi ad una focalizzazione maggiore sulle informazioni importanti. È fondamentale, almeno una volta al giorno, isolarsi e leggere un libro oppure più semplicemente fermarsi a pensare;
  • Ridurre lo stress: eliminando quest’ultimo l’attività dell’ippocampo (area del cervello associata alla memoria) eviterà stimoli negativi. Il sovraccarico di impegni può portare ad un abbassamento dell’attenzione, di conseguenza bisogna cercare di gestire il tempo nella maniera più corretta;
  • Dormire per un tempo adeguato: La media ideale di ore di sonno è tra 7 e 9 (fonte: Istituto Superiore della Sanità). Dormire bene permette di ottimizzare l’attenzione, la creatività, l’apprendimento e il pensiero critico. Per fare questo bisogna cercare di limitare il più possibile i dispositivi elettronici nel tempo che precede il sonno e contenere il consumo di tè e caffeine.

Il mito dell’attenzione: rassicurazioni

L’attenzione è fondamentale per rendere completa la vita dell’essere umano: salvaguardarla è un compito arduo, ma necessario se si vuole stare bene.

Bruce Morton, ricercatore del Brain & Mind Institute della University of Western Ontario, ci rassicura dicendo che il nostro cervello non sarebbe in regressione, ma in semplice tentativo di adattamento ad un nuovo contesto in cui si ritrova a vivere. La società dell’informazione — a cui abbiamo fatto accenno nel paragrafo precedente — crea una pluralità di fonti che richiedono di velocizzarne la metabolizzazione. Secondo l’esperto, la nostra mente sarebbe in una fase di allenamento, così da imparare a rispondere in modo più efficace alle suggestioni del digitale.

Se manteniamo delle buone attitudini di vita vedremo come altri fenomeni esterni — come internet — non potranno gravare sulla nostra capacità di attenzione.

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